Il signor Sigmund Freud scriveva che quella tra "maschile" o "femminile" è la prima distinzione che viene fatta quando si incontra un essere umano. Ed in effetti, ancor prima di sapere se una persona è ricca o povera, se è istruita o illetterata, se è simpatica o antipatica, se è bella o brutta, il nostro cervello recepisce l'informazione "mascio o femmina?" (vero è che, specialmente di questi tempi, capita di avere difficoltà a distinguere, ma questa è un'altra storia). Purtroppo, però, non si può rispondere sempre alla domanda "uomo o donna?". Sì, perché così come maschio non è sempre sinonimo di uomo, femmina non è sempre sinonimo di donna. Si può dire anzi, che pur se divario tra maschio e uomo è spesso così vasto da sembrare il precipizio in cui "morì" Gandalf, in confronto a quello tra femmina e donna sembra banale come la fuga tra le mattonelle del pavimento, profondo neanche per una formica.
« (...) dunque non è detto che ogni essere umano di genere femminile sia una donna; bisogna che partecipi di quell'essenza velata dal mistero e dal dubbio che è la femminilità. La femminilità è una secrezione delle ovaie o sta congelata sullo sfondo di un cielo platonico? Basta una sottana a farla scendere in terra? Benché certe donne si sforzino con zelo di incarnarla, ci fa difetto un esemplare sicuro, un marchio depositato. Perciò essa viene descritta volentieri in termini vaghi e abbaglianti, che sembrano presi in prestito al vocabolario delle veggenti. (...) »
(Simone de Beauvoir)
Questa è la citazione che mi ha fatto riflettere non poco in questi giorni. La femminilità è una secrezione delle ovaie o sta congelata sullo sfondo di un cielo platonico? Oggi verrebbe da trasformare la domanda in quella che segue: la femminilità sta in un paio di tette al vento, in una minigonna inguinale, in una scopata nei bagni della scuola?
Camminare per strada al giorno d'oggi ti offre una visuale delle "femmine" che spesso si rivela stomachevole. Le ragazzine iniziano sempre ad età più giovani a volersi sentire donne. L'unico mezzo che hanno per farlo, secondo loro, è scoprire il proprio corpo e fare "cose da grandi", come il fumo, l'alcool e il sesso. Non sono qui per fare la moralizzatrice, per carità! Ma è anche vero che vedendo certe cose non posso evitare di avere i brividi e pensare "ai miei tempi non era così". Che già solo a dire "ai miei tempi" mi sento una vecchia! Eppure è vero. Vedo l'enorme differenza tra la mentalità che avevo io dieci anni fa, a 12/13 anni, e quella che hanno le tredicenni di adesso! Scambiano la volgarità con la femminilità, il sesso con l'essere grandi. No, tesorine! Essere donna non significa andare in giro con più carne al vento che non coperta e non significa neanche darla a cani e porci spergiurando amore eterno. No, no! Non funziona così. Quello è il contrario di affermare la propria femminilità. Quello è svilire il ruolo e l'importanza della donna, riducendola a un pezzo di carne in vendita al miglior offerente. Ma qui ci stiamo un po' allontanando dal concetto principale di cui volevo parlare oggi, la femminilità, per cadere in un concetto differente, quello del concetto deviato di "femminismo" in voga oggi, che forse affronteremo più avanti o in un altro post.
Torniamo all'oggetto in questione, la femminilità.
A differenza dall'essere femminia, classificazione biologica e fisiologica basata su come si è sviluppato il nostro sistema riproduttivo quando il cromosoma X di nostra madre si è visto arrivare un suo simile al posto di una Y, l'essere femminili non è innato in noi padrone di ovaie & company. Qualcuno potrebbe dirmi che non è vero ed in effetti hanno ragione. Ci sono delle ragazze, delle donne e anche delle bambine che hanno la femminilità nel sangue. Lo vedi da come parlano, da come si muovono, anche da come piangono per chiedere di essere cambiate da neonate! Ciò che volevo dire è che la femminilità non la danno in dotazione con un utero pronto a sfornare pargoli. Io, per esempio, ne ho ricevuta una dose tanto minima da essere ancora latitante. Già, non mi vergogno ad ammettere che rientro nella categoria di quelle che la femminilità ha snobbato. Complice aver passato l'infanzia immersa nel testosterone di un gruppo di quindicenni maschi, il mio secondo cromosoma X deve aver perso qualche pezzo per strada.
Il problema non sono le ragazze che non mettono in risalto la propria femminilità, no. Il "problema", se così lo vogliamo chiamare... Anzi, facciamo una cosa. Chiamiamolo "il caso in questione". Ecco, il caso in questione sono le ragazze che la vorrebbero mettere in risalto o credono di metterla in risalto, ma riescono solo a risultare volgari.
Cos'è la femminilità, allora? O meglio, cosa è per me la femminilità? Sì, lo so. Due secondi fa ho detto di avere un cromosoma X fasullo e ora mi metto a parlare di cosa è per me la femminilità. Sono un controsenso vivente e non l'ho mai negato. Perciò poche ciance e iniziamo!
Potrei iniziare ciarlando del fatto che la femminilità è dentro di noi, in un gesto, in un portamento... ed invece iniziamo dal lato più "concreto". Dato che spesso la femminilità viene scambiata con la desiderabilità di una donna (cioè sei femminile in base a quanti uomini ti vorrebbero portare a letto), iniziamo dal lato più erotico del termine. Saltiamo la parte "moralizzatrice" in cui dico alla bambine (perché ancora bambine sono) di continuare a giocare con le bambole invece di giocare con i... Avevo detto di saltare questa parte e la salterò! Anche perché cadrei facilmente nel volgare e non voglio. Facciamo finta quindi che ciò non esista ed iniziamo dicendo che, cara mia, se hai bisogno di andare in giro mezza nuda per attirare un ragazzo forse hai ben poca cosa da offrire concretamente. Forse sei consapevole del fatto che se ti vestissi di più gli occhi dei ragazzi si allontanerebbero dal tuo corpo, inizierebbero a vedere la tua interezza e resterebbero delusi. Per esprimere questo tipo di femminilità "erotica" basta individuare qualcosa di noi che ci piace veramente e valorizzarlo. Valorizzarlo, non svenderlo. E non è detto che ad essere valorizzato debba essere una parte del nostro corpo! Possiamo benissimo puntare su un lato del nostro carattere, su un atteggiamento, su un modo di muoversi o di comportarsi. Bisogna trovare, quindi, qualcosa che ci sia propria, che ci renda in qualche modo uniche, che faccia sì che un ragazzo non si ricordi solo la profondità della nostra scollatura o la lunghezza (o cortezza?) della nostra gonna. Una femminilità non esibita ma misteriosa è qualcosa che può attrarre molto più di un corpo in bella mostra.
Nella sfera dell'intimità, invece, essere femminili è ben diverso da imitare i film porno che tanto piacciono ai maschietti. Quello può soddisfare il corpo, ma alla fine cosa resterai? Solo una bella scopata. Mentre mantenendo il giusto equilibrio tra audacia e ironia, potresti essere molto di più. Non dico che se fai del sesso occasionale il ragazzo si innamorerà di te e ti porterà all'altare e nemmeno che tu debba volerlo. Ma di sicuro non si dimenticherà presto delle ore passate con te. E, diciamocelo, non sono solo gli uomini a non voler essere catalogati con un semplice "beh, sì, può andare".
Ma, ovviamente, la femminilità non è legata solo al sesso e al raggiungimento di esso. Altrimenti si scade sempre al punto di partenza. La femminilità è ben altro, è non farsi dimenticare, è conquistare gli sguardi pur non essendo in mutande. La femminilità può essere un sorriso e ciò che c'è dietro. La gioia espressa da un sorriso spontaneo indica che ti senti a tuo agio in te stessa, che sei in armonia con la tua interiorità e la tua esteriorità. Questa sicurezza, seppur non assoluta, è sicuramente una tappa fondamentale nell'espressione della femminilità. Per non parlare del "potere" del sorriso. Riesce a mettere a proprio agio gli altri, non li fa sentire sotto esame e questo sicuramente li attrae verso di noi. E poi, vogliamo dire di quanto può essere sensuale un sorriso? Anche senza metterci malizia, comunque il sorriso mette in risalto le labbra della donna, una delle parti del corpo della donna che attirano maggiormente gli uomini. Dovremmo imparare a sorridere anche quando non abbiamo un motivo per farlo, come se fosse di buon auspicio.
La femminilità è dolcezza e sensibilità, ma non nel senso che si debba piangere per ogni mosca che cade in terra. Assolutamente no. La femminilità è forte, ma empatica. Bisogna imparare a comunicare entrando sentendo un contatto con le persone, con le loro emozioni. Come farlo se non ascoltandoli? Ma ascoltandoli davvero! Non basandosi sui soliti cliché delle convenzioni sociali, ma mettendoci nei panni dell'altro. Ascoltando mettiamo in comunicazione le nostre fibre, comunicando affermiamo la nostra identità. Per riuscirlo a fare ci vuole sicuramente autostima e fiducia in noi stesse. Come ho detto prima, la femminilità è forte! Se non lavoriamo sull'immagine che abbiamo di noi stesse, imparando ad amarci in modo incondizionato, così come siamo, ad accettare i complimenti con un sorriso e a non prendere una critica come un rifiuto, difficilmente riusciremmo a sentirci tanto sicure da non dover per forza esasperare la nostra femminilità fittizia. Non farlo, infatti, è un atto di coraggio. Riuscire ad essere sé stesse lasciando che la femminilità trapeli in modo semplice e naturale dal nostro modo di essere, va contro gli stereotipi e per questo è così difficile.
Non possiamo definire un modello standard di femminilità. Ogni donna è diversa dall'altra e per questo mostra la sua femminilità in modo differente. Ed ognuno è libero di apprezzare o meno il modo in cui lo fa.
Delirio concluso anche stavolta.
Tanti saluti da me e da Agrippina (nata il 6 Novembre 15) madre dell'imperatore Nerone. Un po' di storia cliccando sulla sua raffigurazione.
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