Una sola avvertenza: spoiler in arrivo.
Adesso, dritti al punto.
Tredici (originariamente,13 Reasons Why) è una serie statunitense del 2017 creata da Brian Yorkley basata sul romanzo 13 dello scrittore Jay Asher. Finora (e speriamo anche in futuro, ma di questo discuteremo in seguito) ne esiste una sola stagione di (guarda caso) 13 puntate da circa 50 minuti l'una: dieci ore circa, poco più di una notte insonne.
La trama, per quanto agghiacciante, è semplice da raccontare. Hannah Baker si è suicidata, gettando i genitori nello sconforto e creando nella sua scuola il tipico allarmismo di quando si cerca di "fare in modo che non ricapiti a nessun altro". In questo clima di ipocrisia e vera tristezza, Clay trova un pacco sulle scale di casa. All'interno sette cassette registrate da Hannah in cui la ragazza spiega i tredici motivi che l'hanno spinta a uccidersi, ognuno identificato con una persona che ha malamente intrecciato il suo cammino. Un macabro gioco di denuncia e, in un certo modo, di vendetta con poche e semplici regole: se hai ricevuto le cassette fai parte dei tredici motivi, devi ascoltarle e passarle al successivo delle lista. Non rispettare le regole implicherà la pubblicazione del loro contenuto. Inizia così il viaggio di Clay, che scoprirà non essere il primo della lista e di conseguenza non il primo a comprendere la verità. Questo cambierà la sua visione dei suoi compagni, di Hannah, di sé stesso e forse del resto del mondo. Questo lo porterà a voler rispondere alla domanda che ricorre per tutte le puntate: Ho ucciso io Hannah Baker?
Non c'è un lieto fine, non c'è la possibilità di salvezza, non c'è la speranza. C'è solo rabbia, rimorso, dolore e violenza. Qual è, allora, lo scopo di questa serie? Quella di far in modo che quelle orribili cose restino dietro lo schermo e non si riproducano nella vita reale. Un messaggio a doppio taglio per vittime e carnefici (anche inconsapevoli) dello schifo adolescenziale.
Alla base una verità assoluta: nessuno conosce davvero cosa si nasconde nella vita di un altro. Hannah non è l'unica vittima di violenza e orrore. La maggior parte dei suoi "motivi" non ha idea di quello che le ha fatto ed è a sua volta cerca di non soccombere combattendo contro i propri mostri. Eppure loro sono ancora vivi, almeno per adesso. Perché una parola, una foto, uno "scherzo" possono avere ripercussioni inimmaginabili e inaspettate nella vita di chi ne viene coinvolto. L'effetto farfalla, la teoria del caos, amplificato nella sua forma più crudele.
-------------ATTENZIONE! SPOILER-------------
Chi ha ucciso Hannah Baker? Tutti o forse solo lei stessa.
So che la mia opinione sarà parecchio impopolare, ma parecchie colpe "affibbiate" da Hannah mi hanno fatto arrabbiare, e non poco.
Qualche nome sulla sua lista ha solo avuto una reazione adolescenziale.
Primo fra tutti, Clay stesso. Hannah stessa dice che non merita di essere sulla lista ma che è stato inserito solo per fargli sapere come andranno le cose. Eppure lo incolpa di non essere rimasto quando lei lo ha cacciato, di non aver capito che qualcosa non andava e aver "preteso" di starle vicino. L'unica colpa di Clay, invece, è stata di aver avuto paura a confessargli il suo amore.
Jessica le ha dato colpa della sua rottura con il fidanzato e questo l'ha fatta sentire tradita. Per gelosia, per amore, per ingenuità, ma conosco davvero poche persone (se non nessuna) che non avrebbe reagito come lei.
Altri hanno dimostrato immaturità.
Sheri ha abbandonato Hannah dopo l'incidente perché non voleva chiamare la polizia, denunciando l'abbattimento del segnale di Stop. Una ragazza troppo giovane e troppo spaventata, che non pensa di certo alle conseguenze delle sue azioni, non immagina neanche a cosa porterà il suo gesto, ma che in seguito cerca di fare qualcosa e infine trova la forza di autodenunciarsi. Può averla uccisa?
Zach è un povero sciocco che si diverte a rubare "complimenti" dal sacchetto di Hannah, facendola sentire meno apprezzata. Un aspetto della sua storia ci induce anche a pensare che a volte si danno giudizi troppo affrettati. Infatti, Hannah è convinta che lui abbia gettato la lettera in cui gli dice di averlo scoperto e quanto male le abbia fatto. Noi (e Clay) scopriamo invece che, pur non avendo risposto a quella lettera, ha poi interrotto il suo comportamento idiota e ha conservato la sua lettera. Un caso in cui, facendo notare a qualcuno il dolore che le ha provocato, questo ha saputo cambiare per non ferirla ulteriormente. Può essere considerato uno dei suoi assassini?
Alex l'ha inserita in una classifica sessista come "miglior culo della scuola" e questo le ha causato enorme imbarazzo. Tutto molto sciocco, senza dubbio, meritevole di qualche pugno in faccia magari. Ma Alex si rivela tutt'altro che uno stronzo maschilista e senza cuore. Le sue fragilità vengono sempre più esposte e l'essere nella lista dei carnefici continua la spinta verso il baratro delle vittima. E, adesso, chi ha ucciso Alex?
L'unico a comparire due volte nella lista è Justin. Ha diffuso voci, peraltro inventate, sul suo essere facile e questo ha fatto in modo che i pettegolezzi su di lei iniziassero a girare. Cosa lo ha spinto a farlo? Voleva farsi accettare, non voleva perdere l'unico sostegno, per quanto falso e malsano, che avesse mai avuto. Pur non giustificando cosa ha fatto, riusciamo davvero a considerarlo uno stronzo dopo aver conosciuto la sua situazione familiare? Dopo averlo visto vagare per le strade con solo la giacca della squadra e un borsone a tracolla, senza un posto dove rifugiarsi?
L'altra sua colpa è stata il non aver impedito lo stupro di Jessica e non averglielo rivelato dopo. Ma questa è una colpa condivisa, in quanto la stessa Hannah, impietrita dall'orrore e da altri avvenimenti della stessa sera non è riuscita a farlo e neanche a informare la vera vittima di quell'assurda occasione. Perché, allora, la colpa dovrebbe essere solo di Justin? Questa è stata una delle cose che mi ha fatto più arrabbiare, sì, perché in fondo in quella posizione nella lista avrebbe forse dovuto esserci il nome stesso di Hannah.
Alcuni presenti nella lista sono degli stronzi egoisti e per quante sfaccettature si rivelino delle loro vite, nulla riesce a cambiare quella opinione. Marcus, ad esempio, è un doppiogiochista che cerca di mantenere il suo buon nome mentre fa i suoi porci comodi. Ryan è un egoista che pensa solo a sé e al suo giornale, fregandosene altamente dell'intimità delle persone.
Bryce Walker, lui è il vero assassino di Hannah Baker. Non è la goccia di fango che fa traboccare il vaso, ma l'ondata di vomito che ha fatto annegare un'annaspante. Non pretendo di dire che la mia lettura sia l'innata verità, ma credo che Hannah stesse lottando come qualsiasi altro adolescente per resistere al male che l'aveva avvolta e, più o meno, ci stava riuscendo. Ma quello che ha fatto Bryce, la violenza, lo stupro, ha distrutto quell'esile filo che la teneva ancorata ancora alla vita. È quella sera che lei decide di stilare la sua lista e registrare le sue cassette. È lui la vera causa del suo suicidio.
E tutto il resto? Hannah incolpa anche Porter, il consulente scolastico, per non essere stato in grado di aiutarla e non le riesco a dare torto. Durante tutte le scene in cui compare dimostra la sua incompetenza e la sua ineguatezza a svolgere il lavoro di "protettore delle menti adolescenti" degli studenti della sua scuola. Ma tutti gli altri? Se è pur vero che l'ambiente scolastico è una seconda casa per gli adolescenti e che passano lì molto più tempo che a casa, dare la colpa solo alla scuola quando avvengono tragedie del genere è troppo semplicistico. I genitori di Hannah vengono mostrati come genitori abbastanza presenti e molto amorevoli, non sono dei mostri. Ma, se riusciamo a dare la colpa al consulente scolastico, perché loro sarebbero innocenti? Sono straziati dal dolore, è vero. Più di chiunque altro, senza dubbio. Ma ciò non significa che la loro coscienza sia pulita, i loro sarebbero dovuti essere il quattordicesimo punto sulla lista: se non si fossero fatti sopraffare dai problemi economici al punto tale da rendere invisibile la figlia, come sarebbero andate le cose?
-------------FINE SPOILER-------------
Le varie puntate, nonostante i temi trattati, sono coinvolgenti ma fino a un certo punto. Nel senso che la tematica trattata riesce a colpirti, ma non sempre riesci a rendere reale le conseguenze di tutto ciò che si sta raccontando. Hannah è "troppo viva", così tanto che a volte dimentichi che non c'è più.
Solo dopo averne conosciuto il passato e aver empatizzato con le sue sofferenza, l'ultima puntata ci mostra la sequenza del suo suicidio in una cruda quanto straziante realtà. Una scena a forte impatto visivo ed emotivo che non romanza né enfatizza più del dovuto ciò che accade. I colori freddi in cui si svolge il tutto, macchiati solo del rosso sangue che sgorga dalle vene aperte di Hannah rendono l'idea del vuoto che avvolge il cuore e la mente della suicida, ma le sue urla e il suo respiro affannato sono, forse, un'ultima richiesta di aiuto.
Per le vittime di bullismo, questo è il secondo lato della lama di Tredici: aprire gli occhi e a capire che quello, il suicidio, non è la vera soluzione, ma porterà solo a chiudere il libro della vita con un'ultima riga rossa di violenza e dolore.
E questo scopo viene raggiunto? Forse.
E questo scopo viene raggiunto? Forse.
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