Misery
Stephen King
Paul Sheldon, un celebre scrittore, viene sequestrato in una casa isolata del Colorado da una sua fanatica ammiratrice. Affetta da gravi turbe psichiche, la donna non gli perdona di aver "eliminato" Misery, il suo personaggio preferito, e gli impone tra terribili sevizie di "resuscitarla" in un nuovo romanzo.
Pungente. Forse in "memoria" anche della dea Ape, ma questa parola è la prima che mi viene in mente per descrivere questo horror-non-horror. Misery è pauroso, di una paura sottile che si insinua dentro senza necessità di azioni eclatanti o di descrizioni dettagliate di mostri o squartamenti. Annie è pazza, ma non come sarebbe pazza una vecchietta delirante alla fermata dell'autobus. Ha un suo concetto di giustizia, una filosofia di vita che segue a occhi chiusi. A pagarne le conseguenze, tra le tante vittime, Paul. Costretto a risuscitare un personaggio che odia, costretto a scrivere (e scrivere come vuole Annie) per sopravvivere. Annie non lascia andare nulla, per ogni sbaglio chiede un caro prezzo. La somma da pagare va ben oltre la fine...
Il dolore provato nel subire le menomazioni fisiche imposte si rivelerà niente rispetto al peso che resterà dentro la sua anima per sempre, vivendo nella paura di una dea Ape che vuole la sua vita in cambio di quella di Misery.
Il dolore provato nel subire le menomazioni fisiche imposte si rivelerà niente rispetto al peso che resterà dentro la sua anima per sempre, vivendo nella paura di una dea Ape che vuole la sua vita in cambio di quella di Misery.
"Così è come è dopo la fine [....] Per questo non lo scrive mai nessuno."
Commenti
Posta un commento