Stagioni diverse
Stephen King
Un quartetto di racconti in bilico tra l'orrore e l'avventura, l'incubo e
la fantasia. Il riscatto di un uomo condannato ingiustamente per
omicidio. Il morboso rapporto tra un adolescente e un ex nazista.
Quattro ragazzini alla ricerca del cadavere di un coetaneo. Una donna
che partorisce in circostanze surreali. Quattro storie da brivido,
agghiaccianti e paradossali, che hanno per protagonisti mostri moderni.
"L'eterna primavera della speranza - Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank" è il racconto da cui è stato tratto il film "Le ali della libertà". Se il film è un capolavoro del cinema, questo racconto conferma la bellezza della storia. La primavera è simbolo di rinascita. Il mondo si risveglia, prende di nuovo vita, dimostrando di avere vinto la prigione del gelo. Allo stesso modo Andy vince Shawshank. Red più volte afferma, nel corso del suo racconto, che un uomo dietro quelle sbarre pian piano si fa plasmare, si istituzionalizza. Lui stesso dopo essere uscito di lì non riuscirà a perdere certe abitudini e modi di pensare o agire. Andy, invece, non si è fatto istituzionalizzare ed ha conquistato pietra dopo pietra (letteralmente parlando) la sua libertà. Andy è la speranza, un uccello che non sa accettare la vita in gabbia, un uomo che non ha abbassato la testa finché non è riuscito ad avere la vita che meritava, dopo essere stato punito troppo per un innocente. Quello che ci racconta Red è duro, crudo (il giusto) per far nascere la speranza che qualcosa cambi.
"Ricordati che la speranza è una cosa buona, Rex, forse la migliore delle cose, e le cose buone non muoiono mai"
"L'estate della corruzione - Un ragazzo sveglio". L'estate è calda, è divertente, è spensierata. Non in questo caso. In questo caso l'estate ti brucia dentro, secca qualsiasi barlume di speranza che possa esserci ancora dentro. Qui si parte dal fondo e si sprofonda ancora più giù. Il talento di King si fonde con una tematica che strazia l'anima solo a pensarci: le atrocità perpetrate nei campi di concentramento. La vera forza di questo racconto, forse, è la paura del vero. A suscitare ansia è la consapevolezza che quanto si dice è reale, ben più di un killer che ti uccide nei sogni (non me ne vogliano i fan di Freddy Krueger, ma temo più di incontrare un nuovo nazista che non un attore con le lame). Todd è un malato mentale, uno squilibrato che si nasconde dietro un bambino. Dussandler-Denker è sulla via della vecchiaia più che della redenzione. Uno dei due vuole imparare dall'altro, l'altro vuole solo cancellare i ricordi del passato. Ma, si sa, non è mai il bene ad influenzare il male e si cade nel circolo vizioso delle menti bacate da un delirio di onnipotenza e rigore, ma che in realtà null'altro sono che dei folli assassini.
"Quando mi svegliavo, ero fradicio di sudore, col cuore che batteva all'impazzata e con la mano sulla bocca per soffocare le urla. E allora pensavo: il sogno è la realtà."
"L'autunno dell'innocenza - Il corpo" è il racconto da cui è stato tratto il film "Stand by me" che dopo questa lettura entra di diritto nella lista dei film da guardare al più presto. Questo racconto è pieno di simbolismo, ancor più dei suoi colleghi probabilmente. L'autunno, simbolo di caduta, della perdita. Gli alberi perdono le foglie così i protagonisti perdono la loro innocenza. Ancora una volta nella bibliografia di King torna l'amicizia, ancora una volta tornano i bambini, ancora una volta torna la crescita in seguito ad un evento tragico. Non rinuncia a credere che dentro di noi resti sempre il nostro io-bambino e chi siamo ora non sia altro che un suo riflesso. E amicizie sincere come quelle (anche se poi sono svanite), chi le ha avute più? Qui non c'è orrore. Solo consapevolezza.
"Era un ragazzo della nostra età, era morto, e rifiutavo l'idea che potesse esserci alcunché di naturale in questo;"
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