Inferno
Dan Brown
Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d'ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose, il professore deve scappare. Aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole, ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti. Comincia una caccia all'uomo in cui schieramenti avversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra.
Leggere Inferno mette quasi voglia di prendere in mano la Divina Commedia. Brown torna a colpire nel segno con una storia avvincente in cui mantiene il giusto equilibrio tra ritmo e pausa. Una storia raccontata "al contrario", a partire dalla perdita di memoria di Robert, aveva tutte le carte in regola per tirare fuori gli assi al momento giusto. E l'ha fatto! Meno omicidi ma un obiettivo ben più vasto e una riflessione finale un po' insolita: siamo sicuri che il pazzo sia il pazzo e non siano pazzi quelli che gli davano del pazzo?
Concludere il libro con la parola "stelle" l'ho trovato davvero un colpo di genio!.
Concludere il libro con la parola "stelle" l'ho trovato davvero un colpo di genio!.
"Io sono l'Ombra."
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