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Visualizzazione dei post da 2019

Vivere il tuo tempo

Ti vorrei insegnare l'equilibrio Sopra un mare che è sempre tempesta Per vivere il tuo tempo E starci bene dentro Così cantava Piero Pelù nel 1999. Certo, citare una canzone uscita ormai vent'anni fa non è proprio il massimo, ma forse il fatto che la prima cosa che mi sia venuta in mente davanti a questo foglio bianco sia qualcosa del passato conferma esattamente quello di cui sto per parlare. Da quando è iniziata la mia "vita adulta", cioè da quando dopo la laurea ho iniziato a lavorare e allontanarmi sempre di più dal mio vecchio stile di vita spensierato, mi sono trovata spesso nella situazione di non riuscire a vivere il mio presente. Dopo tutto, per mia stessa indole, non sono ben predisposta per le novità. Basti pensare che le mie due playlist più ascoltate su Spotify sono quella delle soundtrack Disney e quelle una piena di grandi cantanti della vera musica italiana di un tempo... In questo periodo, però, la sensazione si acuita moltissimo. A peggi...

#MovieLife - 9 - Verde... Rabbia?

Correvano gli anni Sessanta. Mentre in Italia si assiste al "miracolo economico" e la Guerra del Vietnam è alle porte, l'America lotta (almeno una parte di essa) ancora con il suo lato più oscuro e meschino. Lotta che a tutt'oggi non si può dire del tutto vinta... e non solo in America. È questo il clima in cui si svolge Green Book. Tratto da una storia vera, il titolo prende il nome da uno di quegli oggetti che oggi farebbe rabbrividire la maggioranza: un libretto verde che elencava alberghi e locali per afroamericani. Sì, perché ci troviamo nell'America, specialmente nel profondo Sud, è ancora piena di razzismo, odio, discriminazione e ipocrisia. In realtà il libro era ben visto dagli afroamericani in quanto permetteva loro di viaggiare essendo a conoscenza di quali potessero essere i luoghi per loro sicuri, in cui non avrebbero rischiato pestaggi. Il protagonista, Don Shirley, è un pianista, il più bravo su piazza, che parte per una tournée proprio tra...

(Dis)Equilibri

Non so neanche io perché non riesco a resistere al maledetto fascino di fare il solito bilancio palloso e pieno di bugie a me stessa su questo blog vuoto e solitario. Forse perché voglio davvero riflettere su questi ultimi 360 giorni e capire che la sensazione di negatività che provo guardando indietro è solo una brutta ombra che ho inconsciamente esagerato ed esasperato...  Specialmente perché la parte razionale di me sa che è così e che sta continuando a lottare per scacciare la fuliggine rimasta.  Sa che il 2018 è stato uno degli anni più strani della mia vita, ma anche quello che mi ha regalato alcune delle esperienze più belle che conserverò per sempre. Ho trovato e perso il mio equilibrio un centinaio di volte almeno. Ho di nuovo giocato col fuoco, ne porto ancora addosso le bruciature. Ho assistito alla formazione di nuovi vuoti nella mia vita. Ho assistito a crolli. Ho fatto finta di essere forte, rendendom...