Facciamo un gioco per un attimo. Il gioco delle associazioni di idee. Io dico una parola e voi mi rispondete con la prima cosa che questa vi fa venire in mente. La parola è "gregge". Qual è la vostra risposta? Vi lascio del tempo per pensarci su... Tre... Due... Uno... Tempo scaduto. Scommetto che 9 su 10 di voi hanno pensato alla parola "pecora". C'ho azzeccato?
Sì, perché la pecora è solitamente l'esempio più lampante di animale gregario. Sarà un po' per le masse di lana che si muovo tutte insieme, sarà che raramente lasciano le proprie compagne, sarà perché riconosco il fischio del proprio pastore anche se dieci pastori emettono lo stesso suono. Insomma, la pecora vive in gruppo e sembra non avere una propria capacità di scelta (per quanto di scelte si possa parlare nel caso di animali) ma si limita ad adattarsi a tutto ciò che fanno le altre intorno a lei.
Ispirato a questo tipo di comportamento, si denota in sociologia il cosiddetto "effetto gregge". Questo termine è usato per descrivere situazioni in cui un gruppo di individui reagisce coerentemente, cioè alla stessa maniera, senza che ci sia alcun coordinamento tra i singoli individui. Un tale gruppo viene chiamato gregge, sia che si tratti di comportamenti animali, sia che si parli di fenomeni umani.
Osservando un gregge di animali, si nota solitamente che ogni individuo cerca di minimizzare il pericolo per sé scegliendo un comportamento che lo tenga il più possibile al centro del gruppo. In pratica il comportamento di questi individui che agiscono egoisticamente per cercare di salvarsi la pellaccia va a formare il concetto base del comportamento del gregge. Questo concetto ha acquisito una certa popolarità nell'ambito della psicologia popolare, dove viene usata per spiegare fenomeni di quelle che vengono definite "follie collettive", dove grandi numeri di persone agiscono allo stesso modo nello stesso momento. Queste possono essere mode eccessive con conseguenze lievi ma possono portare anche a manie collettive che possono sfociare nell'isteria. Per molti il Nazismo è l'esempio più sconvolgente di questo tipo di comportamento. Il termine "comportamento del gregge", però, è abbastanza inappropriato in questo caso, poiché non c'è stato un comportamento "automatico" da parte delle persone per adattarsi alle altre, ma è stato un capo a dar vita a tutto ciò (il fatto che sia stato da folli subordinarsi a lui e lasciargli il potere è un'altra storia). Il comportamento che stiamo "esaminando" non è quello dettato da regole di altri, quanto quello che porta ad amalgamarsi talmente in modo "naturale" al contesto delle persone intorno a noi da perdere la personalità individuale.
Possiamo accostare all'effetto branco, quello che viene chiamato "effetto carrozzone". Per chi non avesse le idee chiare, un carrozzone è il carro che trasporta la banda in una parata. Chi sta sopra il carrozzone può ascoltare la musica da una posizione preferenziale e senza camminare, ma semplicemente facendosi trasportare. "Il carrozzone va avanti da sé con le regine, i suoi fanti, i suoi re " canta Renato zero. Chi ci sta sopra lo segue senza poter, o voler, decidere la direzione da prendere.
Viene dato questo nome alla considerazione, sempre più comune e veritiera, che alcune persone (sempre di più, purtroppo) fanno delle cose o credono in alcune cose solo perché la maggioranza della gente crede o fa quelle stesse cose. Si parla quindi della tendenza (vista in senso sicuramente dispregiativo) nella gente a seguire la folla. Ciò non capita solo tra i giovani che improvvisamente impazziscono e adottano tutti un determinato tipo di abbigliamento, modo di parlare o atteggiamento. Ma è lo stesso che succede durante le elezioni quando alcuni scelgono chi votare in base a chi ha le maggiori probabilità di successo. Ancor peggio, questo a volte si manifesta nelle scienze, quando scienziati sperimentano risultati che si discostano dalle teorie comunemente accettate, ma tacciono auto-censurandosi per uniformarsi alle posizioni ufficiali sull'argomento. Pensate quindi a quante cose false probabilmente ci vengono propinate per sacrosante verità, solo perché chi ha le prove del contrario è "costretto" a star zitto da questo effetto conformista!
Il conformismo è il termine più comune ed utilizzato (di cui ormai addirittura si abusa) per indicare la tendenza a conformarsi, appunto, ad opinioni, usi e comportamenti prevalenti. Lo scopo di questo post, però, non è elencare tutti gli studi di Psicologia delle masse (a cui vi rimando se avete voglia di interessarvi dell'argomento), ma di cercare di dare una risposta a una delle domande più comuni che esistano: "Perchè?". Perché ci snaturiamo per essere accettati?
La causa prima di questa tendenza è da ricercare sicuramente nello stesso modo di essere dell'uomo. L'uomo, si sa, è un animale sociale. Ha il bisogno fisico è psicologico di vivere insieme ad altri e la maggior parte delle sue paure prendono forma dalla solitudine fuori dal branco. Ciò si nota perfino dalla sua urbanistica! Quali sono le abitazioni di maggior valore monetario? Quelle che costano di più? Quelle localizzate dentro (o in prossimità) ad aree di aggregazione sociale. Questo è ricollegabile, appunto, alla necessità dell'uomo di appartenere a un gruppo. Non per niente la solitudine è universalmente riconosciuta come la principale causa di depressione.
Per essere accettati dagli altri, per non essere giudicati negativamente da loro, si fa di tutto, persino cambiare la propria natura. Pur di farlo si è disposti a rinunciare a quello che si è. È una sorta di comportamento mimetico con cui cerchiamo di nasconderci nel nostro ambiente sociale assumendone i tratti più comuni, in termini di modi di essere, di fare e di pensare. Il senso di protezione che ne deriva non fa che rafforza ulteriormente questi comportamenti conformisti. Cioè, una volta che la persona riesce ad inserirsi in un gruppo, beneficia dell'approvazione degli altri, aumentando la propria autostima e diventandone quasi dipendente.
Spesso ci si rende conto che per essere accettato si è dovuto "solo" comprare quella data cosa o dire di pensarla in quel determinato modo. Non si pensa a quanto in realtà possa essere dannoso per la crescita interiore della persona stessa, della formazione della sua individualità.
Non so chi di voi segua i Simpson, ma parlando di questo argomento non posso far altro che pensare alla puntata 7x14, in cui Marge, grazie all'acquisto di un vestito di Chanel (peraltro pagato pochissimo) entra a far parte del Country Club. Da quel momento l'episodio mostra il circolo di ossessione in cui entra la spilungona dai capelli blu. Modifica infinite volte il vestito pur di far sembrare che ne abbia comprato uno nuovo di zecca e, addirittura, quando per errore distrugge lo distrugge tentando l'ennesima modifica, non esita a spendere tutti i risparmi di famiglia per comprarne uno nuovo. Tutto questo è, in maniera ovviamente cartoonizzata ed esasperata, ciò che succede nella testa della maggior parte degli esseri umani.
L'atteggiamento opposto al conformismo viene definito anticonformismo e consiste nel rifiuto delle idee e dei comportamenti prevalenti. In teoria, gli anticonformisti sono persone che hanno sviluppato un livello di coscienza tale da permettergli di sfidare i comportamenti comuni senza offrirne. Purtroppo, però, anche l'anticonformismo è una moda. Lo è stato dai tempi dei tempi, ma adesso questo è particolarmente spiccato. Dietro le pretesa di anticonformismo spesso si nasconde in realtà un altro comportamento conformista: l'anticonformista, che non sopporta di ammettere la sua somiglianza con gli altri esseri umani, si "ispira" a chi lo ha preceduto. Inoltre, dimostra la sua dipendenza dalla stessa massa che disprezza tanto, in quanto senza di essa non avrebbe niente da cui distinguersi.
Oggi, poi, si è anticonformisti per lo più perché "fa figo", perché devo dimostrare che "io sono meglio" e quindi non ho bisogno di abbassarmi ai livelli della massa. Non ci si rende conto, però, che anche in questo mondo ci si sta facendo influenzare dalle opinioni altrui. In senso opposto, sì, ma è sempre l'opinione degli altri che conta! In questo caso si vuole volontariamente "essere considerati negativamente", si fa di tutto per rientrare nello standard di quelli visti di cattivo occhio, solo per poter affermare di essere diversi dalla massa. Senza contare, però, la massa a cui in realtà ci si sta unendo.
Tempo fa, circa due anni ormai, feci una riflessione circa questo argomento. Ve la riporto qui.
Non voglio essere una trota che segue la corrente, nè un salmone che la risale. Io voglio essere una papera!
La trota, come qualsiasi altro pesce, vive la sua vita seguendo la corrente. Il salmone, invece, risale la corrente per riprodursi. Supponiamo che le persone "normali", cioè quelle che gli standard definiscono tali, siano le trote e che le persone "alternative", o che pensano di essere tali, siano i salmoni. Un salmone potrebbe credere di essere unico nel suo genere solo perchè rispetto alle trote nuota in direzione inversa? No. E' un salmone! Tutti i salmoni lo fanno. Sta facendo qualcosa di strano per le trote, ma niente di speciale rispetto a un altro salmone. Non è migliore della trota. Cosa più importante, non è lui a scegliere di risalire contro corrente: è il suo essere salmone che glielo impone. Similmente chi va contro corrente solo perchè va di moda non fa niente di speciale, non è lui a decidere cosa pensare, cosa ascoltare o come vestirsi. E' la "nuova corrente" che glielo impone. Per questo ho concluso che io non voglio essere nè una trota, nè un salmone. Non voglio che i pensieri nella mia mente derivino da quelli degli altri. Ed è per questo che voglio essere una papera!
Certo, l'esempio della papera magari è un po' bizzarro. Anche perché a suo modo la papera segue le "regole" dello stormo a cui appartiene. Ma una paperella che nuota con tranquillità zigzagando per le acque di uno stagno era un'immagine di libera tranquillità che mi affascinava.
Adesso, però, credo sia il momento di tacere. Mi sono dilungata un po' troppo (pur essendomi trattenuta, eh!) e ho anche perso un po' di vista la domanda, soffermandomi sulla sua contestualizzazione. Spero che, comunque, sia stato piacevole e non pesante per voi arrivare fin qui.
Questa era la mia risposta all'argomento proposto da Damiano, che ricordiamo essere:
Vi lascio qui una breve lista di link, dai quali ho attinto per la documentazione necessaria a questo post, in modo che, se volete, potete approfondire da soli l'argomento. Questo perché vorrei che il blog fosse un posto dove prendere spunti per accrescere la propria mente e le proprie riflessioni. Quindi eccoveli qui
- Effetto gregge
- Effetto carrozone
- Conformismo
- Trama episodio 7x14 de I Simpson
- Nota di voice_of_soul_<3
Tanti saluti da me e da Rita Hayworth (morta il 14 Maggio 1987). Se volete saperne di più su questa splendida attrice, cliccate sul suo stupendo sorriso.
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