Passa ai contenuti principali

Panico

Mi sono abituata alla sua presenza, anzi no: sono ossessionata dalla sua presenza. Anzi no: sono ossessionata dalla sua assenza. Insomma, il fatto è che stamattina ho dovuto prendere il treno perché dovevo fare delle cose, e lui era a lavoro, e comunque sul treno sono riuscita a farmi venire un attacco d’ansia perché mi stavo allontanando dal luogo in cui cammina, parla, ride, mangia e dorme. Tutte quelle puttanate che gli ho detto sull’essere indipendenti me le rimangio. Mi rimangio anche quella lì, la più grossa, quella così carina da dire “non sei mio, e io non sono tua, le persone non si appartengono".
Ma vaffanculo, cretina.
Se non sei sua, di chi sei?
Se non è tuo,
se non è tuo?

E c'è tanto di quel vero qua dentro... E c'è tanto di quello che ho provato io proprio qui... Gli attacchi di panico in ogni momento della giornata, anche in quelli più stupidi. Le crisi di pianto nel bagno dell'ufficio. Il tilt in macchina con la mia amica che ti aveva incontrato "almeno mi sembrava lui, era con...". E la voglia di tornare indietro per rimangiarsi tutto, per non dire quelle cazzate assurde del "io non sono una cosa, non sono tua".

Ancora adesso il peso è enorme. Non è andato via del tutto. Quell'ossessione onnipresente di tutto quello che non avrei mai voluto ed invece è successo perché l'ho fatto accadere io.

Ci stiamo leccando le ferite a vicenda. Entrambi cercando di riacquistare fiducia, in me.

Commenti

Post popolari in questo blog

Ma che c'ho scritto Giocondo in fronte?

Mi sono sempre chiesta da dove venisse questo detto. L'ho sempre collegato alla Monna Lisa con quel sorrisetto un po' scemo in faccia. Ho scoperto di non essermi allontananta troppo dalla realtà. In effetti il detto viene dal significato della parola "giocondo" in Toscana che identifica una persona sciocca. Tradizionalmente, il detto si applica a chi ha la reputazione o che si dimostra pocoo furbo, un fessacchiotto che si può facilmente raggirare. Io, però, ho sviluppato una nuova frontiera in questo campo, sono salita di livello, ho innalzato la sua qualità. In parole povere e spicciole, io non ho "giocondo" scritto in fronte, no. Io cammino da quasi trentanni con un cartello di 4 metri quadre appeso al collo con una scritta lampeggiante in font-size 180 che recita all'incirca " Cercasi Bidone " (la prima versione della scritta era troppo volgare per essere pubblicata, vi dico solo che si basava sulla richiesta di essere impalati per orifizi ...

Mi dispiace ma non sei un geco.

Avete mai visto un geco ? Io sì, sfortunatamente! I gechi sono una famiglia di piccoli rettili (orribili) che vivono in ambienti caldi. La loro particolarità? La capacità di aderire ad ogni tipo di superficie . Le loro zampe, infatti, possono aderire a una grande varietà di superfici, senza la necessità di usare secrezioni adesive. Le piccole setole che si trovano nella parte inferiore delle (odiose) zampette, riescono ad interagire con le molecole delle superfici senza coinvolgere liquidi nè gas. Ogni zampa ha più di 14.000 setole per millimetro quadro, esse a loro volta si diramano in una serie di sottili estremità larghe solo 0,2 mircocentimetri ( circa 2.000 volte meno di un nostro capello ). Riescono per questo ad aderire a qualsiasi superfice (tranne il teflon ). Ma perchè sono qui a parlarvi ddi odiose zampe di animaletti schifosi? (non si offendano gli animalisti: anche io amo gli animali, ma questi sono proprio brutti!). Perchè questa caratteristica del geco di c...

#Serialize - 7 - Chi ha ucciso Hannah Baker?

Una sola avvertenza: spoiler in arrivo. Adesso, dritti al punto. Tredici (originariamente,13 Reasons Why) è una serie statunitense del 2017 creata da Brian Yorkley basata sul romanzo 13 dello scrittore Jay Asher​. Finora (e speriamo anche in futuro, ma di questo discuteremo in seguito) ne esiste una sola stagione di (guarda caso) 13 puntate da circa 50 minuti l'una: dieci ore circa, poco più di una notte insonne.  La trama, per quanto agghiacciante, è semplice da raccontare. Hannah Baker si è suicidata, gettando i genitori nello sconforto e creando nella sua scuola il tipico allarmismo di quando si cerca di "fare in modo che non ricapiti a nessun altro". In questo clima di ipocrisia e vera tristezza, Clay trova un pacco sulle scale di casa. All'interno sette cassette registrate da Hannah in cui la ragazza spiega i tredici motivi che l'hanno spinta a uccidersi, ognuno identificato con una persona che ha malamente intrecciato il suo cammino. Un macabr...