Memorie di una Geisha
Arthur Golden
Circondate da un'aura romantica e misteriosa, le geishe hanno spesso suscitato sugli occidentali un'attrazione quasi irresistibile, amplificata dalle leggende che circondano la loro esistenza. Sayuri racconta la sua storia attraverso le complesse e affascinanti tradizioni giapponesi. Il suo nome era Sayuri. Aveva una sola ricchezza: il suo fascino. E divenne la geisha più famosa del Giappone. Le sue memorie sono un manifesto dell’arte della seduzione.
Lo stupore che ti lascia dentro una nuova cultura tra le pagine di un libro non ha prezzo. Memorie di una Geisha mi ha davvero stupito. Non per la storia in sé che potrebbe anche essere considerata "banale", ma principalmente me l'atmosfera che crea. Scoprire il mondo delle geishe, scoprire tradizioni, usi, costumi... Sono sempre stata molto curiosa riguardo quel mondo e, nonostante di certo non sia un libro di storia giapponese, questo libro me ne ha dato un assaggio.
Le parti descrittive non si sono mai rivelate troppo noiose, qualsiasi spiegazione (che sia di una tradizione o di un rituale) viene sempre data in modo breve e conciso: va al punto e non annoia. Anche il pezzo di storia che si intreccia con la Seconda Guerra Mondiale, viene raccontato in modo emozionale e mai puramente storico. La narrazione scorre bene, al giusto ritmo, ti coinvolge e ti impedisce di chiuderlo per andare a dormire. I personaggi sono ben caratterizzati e riescono a diventare tuoi amici (...o nemici!). Il più cattivo? Probabilmente il barone, che mi verrebbe da definire in maniera molto fine un porco. Il personaggio a cui mi sono più affezionata invece è stato Nobu, una corazza che nasconde un cuore buono a cui la vita ha negato troppo! Per questo sono stata poco contenta del finale, che non voglio rovinare a coloro che non hanno ancora avuto modo di scoprire.
La lettura di Memorie di una Geisha è sicuramente un viaggio da fare! (...il film un pelo meno)
"Conduciamo la nostra esistenza come acqua che scende lungo una collina, andando più o meno in un’unica direzione finché non urtiamo contro qualcosa che ci costringe a trovare un nuovo corso."
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