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#Serialize - 6 - I nuovi mostri

Quando mi ritrovo a scrivere di una serie TV, solitamente si tratta di serie già concluse e che ho visto per intero. Mi piace riuscire a dare un "giudizio" (se così si può definire) completo, dopo essermi fatta un'idea dell'intera produzione. Per questo, ad esempio, non scrivo quasi mai di serie troppo lunghe (la più lunga recensita è How I met Your Mother, ma quella sapete che è amore puro per me) in quanto spesso qualcosa che mi esalta molto all'inizio, man mano che va avanti con la trama scema sempre di più fino a finire con l'essere solo un tirare avanti di puntate.

Oggi, invece, ho sentito l'impulso irrefrenabile di parlare di Black Mirror ed in special modo della puntata che ho appena visto.




Partiamo, come sempre, dalle basi. Black Mirror è al momento una delle "punte di diamante" di Netflix, una serie televisiva britannica antologica, cioè in cui non viene svolta una sola timeline ma sono raccontate una serie di storie differenti con ambientazione e personaggi diversi. Ad oggi sono state trasmesse tre serie (le mie di tre episodi ciascuna più un episodio speciale natalizio e l'ultima di sei puntate) ed è già in programma la quarta serie che verrà trasmessa quest'anno.
Ogni episodio è un mini-film a sé stante, che sviluppa in modo differente il tema principale della serie: gli effetti collaterali dell'aumento dell'importanza della tecnologia nella vita umana. Si passa da situazioni verosimili come lo stesso pilot ad altre ambientate in un futuro paradossale come quella rappresentata nello speciale natalizio della seconda stagione. Sia che la tecnologia descritta sia già esistente, che sia pressocché vicina a quanto oggi viviamo o che sia estremamente (si spera) lontana, ogni puntata imprime un senso di inquietudine e disagio.

Io, come spesso accade, ho iniziato a vederla molto dopo del resto del mondo, per cui al momento ho completato le prime due stagioni. Devo ammettere che dopo aver visto il pilot "Messaggio al Primo Ministro", avevo solo voglia di cavarmi via gli occhi e vomitare. La trama? Una principessa viene rapita e il rapitore chiede come riscatto che il primo ministro abbia in diretta nazionale un rapporto sessuale completo e non simulato con un maiale. Girato divinamente, per carità, ma comunque uno schifo rimaneva!
Ho deciso però di mettere a tacere i conati e continuare. E ho fatto bene.

Sarò sincera e vi dirò la santissima verità che mi è stata detta prima di iniziare a vedere questa serie. Avete presente quelle storie inquietanti che mettono un ansia terribile, ma agli ultimi cinque minuti di film tutto si ribalta? Bene, questo non è Black Mirror. Dimenticatevelo. Non ci sono mai bei finali. Le  conclusioni delle varie storie variano da terribili a incomprensibili.

Tra quelle che ho visto, le mie preferite sono (non in ordine di importanza ma di visione) la 1x02 e la 2x02.
15 milioni di celebrità (1x02) è ambientato in un futuro distopico in cui tutti sono costretti a pedalare per poter dare energia, costantemente circondati da schermi con programmi televisivi e pubblicità. L'unico modo per raggiungere fama e ricchezza è partecipare a un talent show. Un'accusa non velata al mondo della dello spettacolo che trasforma uomini e donne in burattini nelle mani di chi per loro decide ruoli e personaggi anestetizzandone le coscienze.
In Orso Bianco (2x01) seguiamo una donna senza memoria scappare in un mondo in cui uomini mascherati si divertono a impaurire e uccidere la gente sana e il resto delle persone sotto l'effetto di un segnale elettromagnetico rimangono insensibili alla violenza continuando a filmare con in cellulari ogni scena. La storia diventa una sorta di contrappasso dantesco e la cosa più assurda diventa il non riuscire a decidere se stare dalla parte dell'umanità o della quella della giustizia.

La puntata che ho visto oggi, la 3x01, si intitola Caduta Libera ed è, tra quelle che ho finora visto, quella che mi ha colpito maggiormente in quanto fa vivere una realtà che, per quanto tragica ed esagerata, non è affatto lontana da quella che in cui viviamo. Descrive un mondo dove si vive, letteralmente, di popolarità. Il proprio punteggio incide su tutto: dal lavoro, ai servizi a cui si può accedere, all'abitazione, alle amicizie, all'opinione degli sconosciuti. Dato che ognuno può votare tutti gli altri, la protagonista entra nel circolo vizioso di voler ricevere l'apprezzamento di tutti ma specialmente delle persone con punteggio più alto.
Qualcuno ha detto Instagram? Scusate, qualcuno ha nominato Facebook? Ho sentito dire Youtube?
Già, è difficile guardare questa puntata e non avere la mente che viaggia subito allo spettacolo (per nulla affascinante) del panorama presente oggi nella rete. Nel mondo d'oggi dove il "da grande voglio fare lo youtuber" ha sostituito i cari vecchi "voglio fare l'astronauta", siamo sempre più sotto la pressa dell'approvazione a tutti i costi e circondati da maschere acchiappa like/condivisioni.
Con questo non mi permetto di criticare chi cerca di fare della propria passione un lavoro e che riesce, grazie a Internet, a sfondare. Ma questi sono ormai diventati l'eccezione che conferma la regola. La regola ha ormai sostituito la passione e il talento con le marchette e la stupidità. Ecco, quello io critico, quello io non riuscirò mai ad accettare, questa generazione di "nuovi raccomandati".
Questo è quello che mi ha fatto venire i brividi mentre vedevo Caduta Libera.

E ora, scusate, ma ho la 3x02 che mi aspetta!

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