Passa ai contenuti principali

Un amico in più?


Senza amici nessuno sceglierebbe di vivere, anche se avesse tutti gli altri beni.

E come dare torto al buon caro vecchio Aristotele? Sarà pure vissuto più di duemila anni fa, ma qualosa ne capiva il caro vecchio bacucco di come funziona il mondo. Non è una novità per nessuno, comunque, che l'amicizia sia sempre stata considerata una delle esperienze umane fondamentali. Anche se ci sono molte sfumature nei modi in cui si intende e si manifesta questo sentimento nelle varie culture. Solo per fare un esempio, dalle nostre parti è quasi inconcepibile vedere due amici maschi camminare mano nella mano, mentre in Russia la cosa è più che normale. Ed è differente anche il concetto se si da alla parola "amico". In  effetti, se ci pensiamo bene, a volte da noi questa parola è un po' abusata. Immaginate di stare camminando insieme a qualcuno (la vostra ragazza o il vostro ragazzo, un vostro parente o altro) in un centro commerciale (tanto per fare un esempio, ovviamente). Una persona venendovi incontro vi saluta. Il qualcuno con cui state camminando vi fa la tipica domanda: "Chi era quello/a?". La vostra risposta quale sarà? Nel 90% dei casi risponderete: "Un mio amico". Magari quella persona ricordate a stento come si chiama e non ci avete mai fatto un discorso serio insieme, ma se ci siete usciti insieme (volontariamente o meno) almeno un paio di volte, in automatico avviene l'associazione ad "amico".
Ovviamente con questo non voglio dire che chiunque viva e respiri su questa parte del globo sia una persona che sottovaluta il valore dell'amicizia. Se è vero, purtroppo, che il numero di queste persone è in aumento, è anche vero che, per fortuna, esistono persone che distinguono tra gli 'amici' che in realtà sono conoscenti (amicizia dal 2 al 5), gli 'amici-amici' che sono quelli con cui si ha un rapporto (amicizia dal 6 all'8) e gli 'amici-più-amici' che sono quelli davvero stretti (amizia dal 9 al 10+).



Aspettate, forse sto correndo un po' troppo. Riavvolgiamo tutto per un attimo e torniamo al punto.

Ehm, no in effetti al punto ancora non ci siamo proprio arrivati.

Ok, fate finta di non aver letto le ultime cento parole e ricominciamo da capo.

Se in questo momento vi chiedessi quanti amici avete, quale sarebbe la vostra risposta? Sono molti? Sono pochi? Sono sufficienti? Ovviamente non sono qui per dirvi il numero esatto di amici "concessi", questo mai. L'amicizia è una cosa troppo personale per essere regolata da leggi specifiche e generalizzate. Anche se alcuni principi che ci possono far capire come sia combinata la nostra lista di amicizie credo esistano.
Gli amici, infatti, non sono solo quelli con cui puoi ridere e fare cazzate. Gli amici sono principalmente quelli che ti ritrovi a fianco quando sei dentro il fango, mentre sprofondi sempre più giù. Non sono quelli che stanno a distanza cercando di non sporcarsi. Non sono nemmeno quelli che si avvicinano un po' per tirarti una corda senza neanche misurarla prima, stando bene attenti a non cadere a loro volta. Sono quelli che si tuffano senza pensarci un attimo, cercando il modo di tirarti fuori e disposti ad affondare con te se non c'è via d'uscita. Sono quei pochi, pochissimi, fedeli a cui affideresti la tua vita e di cui ti prenderesti cura a costo della tua.
Sapete, mi sento strana a fare questi discorsi. Io che non ho mai saputo fare una selezione delle persone di fiducia. Io che se non mi ritrovo un pugnale conficcato tra le scapole non capisco che un'amicizia è solo per comodo. Io che mi sono tuffata nel fango per troppe persone che dopo essersi salvate il culo mi hanno lasciata lì ad affondare, senza pietà nè riconoscenza. E credo sia proprio perché non sono mai riuscita farlo io che consiglio sempre agli altri di fidarsi poco alla volta, di tastare il terreno prima di gettarsi a capo fitto. Solitamente questo discorso lo faccio per l'amore, ma in fondo l'amicizia non è anch'essa amore? Amore con la 'A' maiuscola. Forse il più grande degli amori dopo quello di una madre (sana di mente) per suo figlio. E come tutti gli amori non può essere dispensato indiscriminatamente a chiunque senza subirne prima o poi le conseguenze.



L'amicizia, quella vera, è quella che nasce pian piano. Quella che all'inizio magari nemmeno credevi fosse possibile. Quella che resta viva nonostante le difficoltà, ma ancor di più quella che resta viva nonostante la noia. Già, la noia. Sapete quando parlando di due persone che stanno insieme si dice che ormai lo fanno solo per abitudine? Non cambia più di tanto parlando dell'amicizia, eh. Può capitare che ad un certo punto, inconsciamente, ci si renda conto che qualcosa si è rotta, che tutto è solo routine, che qualsiasi cosa si fa più perché sembra dovuta che perché la si sente davvero. Posso dirvelo dopo averlo provato sulla mia pelle: è una delle cose più brutte che possano capitare. Sentire che l'amicizia si è incrinata e vederla scricchiolante e decrepita, ti fa sentire come se fossi in mezzo all'oceano con un salvaggente che pian piano si sgnofia. E tu non sai nuotare.
Ma, così come vale per l'amore, non significa che una cosa finita non sia mai esistita. Due ragazzi possono amarsi da morire, ma amarsi davvero, darsi anima e cuore, e poi veder sfiorire quel bel sentimento. E così due amici possono essere amici davvero per un certo tempo e poi smettere di esserlo. Può capitare per incomprensioni, scelte di vita o semplice scherzo del destino. Ma questo non cancella quello che c'è stato prima.
Eppure credo che un amico, se è stato vero, non smetterà mai di esserlo del tutto. No, non sono pazza. Dico solo che se una persona è amica di un'altra vuol dire che la rispetta e la stima e anche quando l'amicizia finisce, in ricordo dei vecchi tempi o se volete per rispetto a ciò che c'è stato, rimarrà leale. Non sono riuscita a spiegarmi bene nemmeno adesso, lo so. Fate finta di aver confidato, come è normale tra amici, molti vostri segreti intimi ad una persona. Se questa vi è davvero amica non li andrà a spiattellare in giro col primo che passa. Ovviamente. Ma se è davvero, davvero amica, non lo farà nemmeno se per un motivo o per un altro in futuro non vi parlerete nemmeno più. Non so se ho reso l'idea e non so nemmeno se, in fondo, sia un pensiero realmente logico o no. Ma credo che la logica non sia di casa quando si parla di sentimenti, non è così forse?

E questa era il post per l'argomento proposto da - A s t r a,  che era il seguente:



Post un po' più breve degli altri, lo ammetto, ma non perché l'argomento sia stato sciocco o poco interessante da esplorare. Solo che mi sembra una cosa troppo seria per iniziare a farci su giri di parole o strane riflessioni. Volevo solo darvi la mia opinione in modo concreto e diretto. Spero che sia stata comunque apprezzata e, vista l'importanza dell'argomento, mi piacerebbe sapere anche le vostre opinioni.

Tanti saluti da me e da Pocahontas (quella vera, defunta il 21 marzo 1617). Cliccate sulla sua raffigurazione disneyana per sapere di più sulla vita di questa nativa americana divenuta una celebrità.


Commenti

Post popolari in questo blog

Ma che c'ho scritto Giocondo in fronte?

Mi sono sempre chiesta da dove venisse questo detto. L'ho sempre collegato alla Monna Lisa con quel sorrisetto un po' scemo in faccia. Ho scoperto di non essermi allontananta troppo dalla realtà. In effetti il detto viene dal significato della parola "giocondo" in Toscana che identifica una persona sciocca. Tradizionalmente, il detto si applica a chi ha la reputazione o che si dimostra pocoo furbo, un fessacchiotto che si può facilmente raggirare. Io, però, ho sviluppato una nuova frontiera in questo campo, sono salita di livello, ho innalzato la sua qualità. In parole povere e spicciole, io non ho "giocondo" scritto in fronte, no. Io cammino da quasi trentanni con un cartello di 4 metri quadre appeso al collo con una scritta lampeggiante in font-size 180 che recita all'incirca " Cercasi Bidone " (la prima versione della scritta era troppo volgare per essere pubblicata, vi dico solo che si basava sulla richiesta di essere impalati per orifizi ...

#Serialize - 2 - Legen ...wait fot it ...dary!

La serie amata dal mondo, che è riuscita a farsi odiare in meno di 10 minuti per il suo finale che ha spaccato in metà il pubblico. Roba che, in pratica, se la cerchi su Google ti vengono proposti prima miriadi di blog che sputano veleno sul finale di serie e solo dopo tre o quattro pagine trovi la pagina di Wikipedia. Se non la conoscete (male, male, male, andiamo proprio male), ve la presento. How I Met Your Mother, in Italia intitolata "E alla fine arriva mamma!" ...bene, non abbiamo neanche iniziato e dobbiamo già fermarci e fare un minuto di silenzio per i neuroni di chi ha deciso di distruggere il titolo di questa serie TV. ...Fatto? No, sul serio, vi prego! Ci provate gusto a rovinare i titoli in questo modo? Ma sapete quello che fate? Sapere che il titolo di un film o una serie TV è un po' come la sua copertina e tirando così a scrivere a caso rischiate di denaturarla quasi del tutto? Cosa avete nel cervello? Criceti fatti di LSD? Lasciare solo "...

#Serialize - 7 - Chi ha ucciso Hannah Baker?

Una sola avvertenza: spoiler in arrivo. Adesso, dritti al punto. Tredici (originariamente,13 Reasons Why) è una serie statunitense del 2017 creata da Brian Yorkley basata sul romanzo 13 dello scrittore Jay Asher​. Finora (e speriamo anche in futuro, ma di questo discuteremo in seguito) ne esiste una sola stagione di (guarda caso) 13 puntate da circa 50 minuti l'una: dieci ore circa, poco più di una notte insonne.  La trama, per quanto agghiacciante, è semplice da raccontare. Hannah Baker si è suicidata, gettando i genitori nello sconforto e creando nella sua scuola il tipico allarmismo di quando si cerca di "fare in modo che non ricapiti a nessun altro". In questo clima di ipocrisia e vera tristezza, Clay trova un pacco sulle scale di casa. All'interno sette cassette registrate da Hannah in cui la ragazza spiega i tredici motivi che l'hanno spinta a uccidersi, ognuno identificato con una persona che ha malamente intrecciato il suo cammino. Un macabr...