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#MovieLife - 1 - Il lupo: il "pelo" e il vizio.

Venerdì, ora di pranzo. Il cellulare squilla insistentemente. Motivo? Cinema stasera? Inizialmente tentenno. Dopotutto stasera c'è la serata cover a Sanremo, la proclamazione del vincitore delle Nuove Proposte e c'è anche Brignano. Alla fine però, visto e considerato il film in questione, decido di andare. 

Il delirio.

Il film in oggetto è The Wolf of Wall Street. In breve, la storia di come un apprendista broker, ingenuo e con voglia di fare regali alla mogliettina che lavora come estetista, si ritrova senza lavoro ed inizia a costruire il suo Impero "vendendo merda agli uomini della merda". La sua vita calma e genuina diventa un tormento di dipendenze: soldi, droghe, sesso ...tutto è spinto all'eccesso e ancora oltre. 

Il delirio.

Questo film può dividersi quasi nettamente in due parti. La prima è quella del "spacchiamo i culi non ci ferma nessuno". La seconda è quella del "ora il culo lo spaccano a noi". Tutto in questo film è eccessivo. Niente conosce mezze misure. Niente ha un freno. Tutto corre veloce, a un ritmo talmente forte che ti sfugge di mano. Frenetico, quasi psicotico. Ti fa schifo perché ci sono cose che se il tuo fidanzato anche solo si sognasse di pensare di fare con te gli staccheresti l'apparato a furia di calci. Ti fa schifo che non riesca a andare avanti senza buttarsi in corpo qualsiasi sostanza. Ti fa schifo. Ma parteggi per lui. Tifi per il cattivo, che non può essere poi tanto cattivo. Ti fa tenerezza perché guarda come si è ridotto. Ti tira dentro il suo giro, da bravo venditore qual è, ti vende sé stesso. Ti dice 'ehi tu, guardami, io sono un bravo ragazzo, un padre che vuole dare il massimo ai propri figli, un amico che non vuole tradire le persone con cui ha costruito tutto, un uomo legato alla sua creazione al punto di rischiare la galera per non chiudere i battenti'. E tu ci caschi. Compri la sua innocenza in cambio della tua fiducia.

Il delirio.

La regia, la sceneggiatura, i movimenti di macchina: tutto è perfetto e ti porta a vivere dentro la nevrosi, a sentirla tua. Si alterna il comico (giuro che quando è partita "Gloria" stavo rotolando dalla sedia dal ridere), al grottesco (come fai a non ridere durante la scena del "coma celebrale", nonostante sia critica), dall'ansiolitico (quella cavolo di barca!) al porno (ho visto più sesso esplicito in questo film di quanto ne abbia fatto in tutta la mia vita probabilmente). Gli attori, cazzo. Sì, gli attori cazzo. Punto. Non c'è da aggiungere. Perché qualsiasi parola non servirebbe per descrivere l'interpretazione di Leonardo Di Caprio. Un picco di massimo nella sua carriera tutta in salita. Un esplosione di emozioni, di pazzia, di panico. Di perfezione

Il delirio.

La prima ora e mezza di film mi aveva fatto pentire di essere uscita di casa, perché questo è uno di quei film che se non lo vedi fino in fondo non capisci perché sia così forte. Ti chiedi "ma che motivo c'era di fare questo o quello?" ma alla fine capisci che se non ci fosse stato tutto quell'estremo non sarebbe stata la stessa cosa. Il solito truffatore da due soldi che vuole fare la bella vita. Non si sarebbe sentita tutta la follia che caratterizza certe scelte, certe azioni e certi finali. Tutto avrebbe perso di tono, perciò per stavolta mi va bene anche che ci siano state scene talmente volgari da avermi fatto rimpiangere Ron e avermi fatto lasciare il pacchetto di patatine intatto per avermi fatto passare la fame.

Il delirio.

Non è un film per tutti. Ci vuole passione per il cinema, ci vuole stomaco, ci vuole forza. Ci vuole la capacità di farsi trasportare dalle onde in balìa del mare in tempesta, di essere sballottato di qui e di là. Ci vuole di affondare.

Il delirio.



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