Ricordo la prima volta che ho visto Fast and Furious. Parlo del primo capitolo, ovviamente. Era il 2001 ed io avevo dodici anni. Dodici anni! Ero un piccolo maschiaccio senza tette ma con le trecce. Vin Diesel (che per me ai tempi era "quello di Pitch Black") e Paul Walker (sconosciuto che diventò per me "il biondino di Fast and Furious") in un mix con auto veloci, brivido e musica hiphop: cosa volere di più?
Poi la saga è andata avanti, con un secondo capitolo un po' sottotono (senza Vin non si canta messa!) e un terzo capitolo che ho odiato fino a qualche settimana fa perché troppo "fuori linea".
Dal quarto, la svolta. I filmetti di auto e culi (perché, diciamocelo chiaramente, ci sono più culi che auto in quei tre film) si sostituiscono a film con una trama action e che trapelano di devozione verso l'amicizia, alla "famiglia", quella che ti costruisci e per cui daresti tutto.
Poi arriva il settimo capitolo.
Tutti attendono la fine delle riprese ma accade l'impensabile.
Il 30 Novembre 2013 Paul Walker, il mitico Brian O'Conner, decede prematuramente all'età di 40 anni in un incidente d'auto.
Il fato, si sa, ha un gran senso del black humor.
Così Fast and Furious 7 assume tutto un altro colore. Quello dell'estremo saluto a Paul.
Ho temuto fortemente che esasperassero tutto e che diventasse solo una delle tante strategie di marketing che trasformano la morte di un personaggio in grana sonante. Ma ho dovuto ricredermi, fortemente e felicemente.
Fast and Furious 7, preso come film a sé stante, cercando di eliminare la sensazione emotiva legata alla morte di Paul Walker, rimane comunque uno dei migliori della saga. Un action in piena regola, ben articolato e ben diretto. La fotografia è da perdere il fiato e le prove attoriali sono davvero notevoli. Mi è piaciuto molto anche l'utilizzo di questo settimo capitolo per ricomporre la linea temporale riallacciando il sesto capitolo al terzo e proseguendo. Infatti il sesto film termina con Han che va a Tokyo e riprende la parte finale del terzo capitolo, fino ad allora lasciato un po' in disparte se non per la presenza di Han che collocava il film come successivo a quelli dal quarto al sesto stesso. Il settimo inizia unendo la storia "attuale" a quanto successo a Tokyo (compresa la "comparsata" di Toretto che va a trovare Sean, dimenticato protagonista del capitolo giapponese, come amico di Han) definendo così finalmente la linea temporale definitiva: 1 - 2 - 4 - 5 - 6 - 3 -7
Aspetto tecnico estremamente rilevante è poi quello di aver potuto concludere le registrazioni utilizzando abilmente tecniche avanzate per sovrapporre il viso di Paul al corpo dei suoi due fratelli che, così, hanno potuto unirsi al tributo finale verso il fratello scomparso.
Ma Fast and Furious 7 è molto più di tutto questo. Ogni singola scena in cui è presente Paul Walker è un ringraziamento per tutto quello che ha dato agli amici/famiglia di Fast and Furious a dimostrazione che lui ci sarà comunque sempre dentro le persona che gli sono state vicine, che l'hanno vissuto, ma anche i coloro che lo seguivano come ammiratori.
La scena finale è il tributo migliore che io abbia visto. Un'ottima metafora di separazione, ma ancor di più una perfetta conclusione per il personaggio. Temevo che uccidessero Brian e sarebbe stato tremendo, un po' come se Paul morisse nuovamente. La scelta che è stata fatta, invece, è stata più che appropriata. Non solo per l'intera saga, permettendo di finirla lì avendo una conclusione ben definita ma lasciando aperta la possibilità di un sequel (come, tra l'altro, già annunciato). Ma principalmente per ricordare al meglio Paul.
Non voglio rischiare lo spoiler per quei pochi che non lo avessero ancora visto (o che non avessero ancora visto il finale su YouTube) ma non posso non condividere la stupenda citazione finale di Toretto, che riassume l'essenza stessa dell'intero film e perfeziona il saluto.
Un film magnifico. Un addio perfetto.
#ForPaul #SeeYouAgain
Poi la saga è andata avanti, con un secondo capitolo un po' sottotono (senza Vin non si canta messa!) e un terzo capitolo che ho odiato fino a qualche settimana fa perché troppo "fuori linea".
Dal quarto, la svolta. I filmetti di auto e culi (perché, diciamocelo chiaramente, ci sono più culi che auto in quei tre film) si sostituiscono a film con una trama action e che trapelano di devozione verso l'amicizia, alla "famiglia", quella che ti costruisci e per cui daresti tutto.
Poi arriva il settimo capitolo.
Tutti attendono la fine delle riprese ma accade l'impensabile.
Il 30 Novembre 2013 Paul Walker, il mitico Brian O'Conner, decede prematuramente all'età di 40 anni in un incidente d'auto.
Il fato, si sa, ha un gran senso del black humor.
Così Fast and Furious 7 assume tutto un altro colore. Quello dell'estremo saluto a Paul.
Ho temuto fortemente che esasperassero tutto e che diventasse solo una delle tante strategie di marketing che trasformano la morte di un personaggio in grana sonante. Ma ho dovuto ricredermi, fortemente e felicemente.
Fast and Furious 7, preso come film a sé stante, cercando di eliminare la sensazione emotiva legata alla morte di Paul Walker, rimane comunque uno dei migliori della saga. Un action in piena regola, ben articolato e ben diretto. La fotografia è da perdere il fiato e le prove attoriali sono davvero notevoli. Mi è piaciuto molto anche l'utilizzo di questo settimo capitolo per ricomporre la linea temporale riallacciando il sesto capitolo al terzo e proseguendo. Infatti il sesto film termina con Han che va a Tokyo e riprende la parte finale del terzo capitolo, fino ad allora lasciato un po' in disparte se non per la presenza di Han che collocava il film come successivo a quelli dal quarto al sesto stesso. Il settimo inizia unendo la storia "attuale" a quanto successo a Tokyo (compresa la "comparsata" di Toretto che va a trovare Sean, dimenticato protagonista del capitolo giapponese, come amico di Han) definendo così finalmente la linea temporale definitiva: 1 - 2 - 4 - 5 - 6 - 3 -7
Aspetto tecnico estremamente rilevante è poi quello di aver potuto concludere le registrazioni utilizzando abilmente tecniche avanzate per sovrapporre il viso di Paul al corpo dei suoi due fratelli che, così, hanno potuto unirsi al tributo finale verso il fratello scomparso.
Ma Fast and Furious 7 è molto più di tutto questo. Ogni singola scena in cui è presente Paul Walker è un ringraziamento per tutto quello che ha dato agli amici/famiglia di Fast and Furious a dimostrazione che lui ci sarà comunque sempre dentro le persona che gli sono state vicine, che l'hanno vissuto, ma anche i coloro che lo seguivano come ammiratori.
La scena finale è il tributo migliore che io abbia visto. Un'ottima metafora di separazione, ma ancor di più una perfetta conclusione per il personaggio. Temevo che uccidessero Brian e sarebbe stato tremendo, un po' come se Paul morisse nuovamente. La scelta che è stata fatta, invece, è stata più che appropriata. Non solo per l'intera saga, permettendo di finirla lì avendo una conclusione ben definita ma lasciando aperta la possibilità di un sequel (come, tra l'altro, già annunciato). Ma principalmente per ricordare al meglio Paul.
Non voglio rischiare lo spoiler per quei pochi che non lo avessero ancora visto (o che non avessero ancora visto il finale su YouTube) ma non posso non condividere la stupenda citazione finale di Toretto, che riassume l'essenza stessa dell'intero film e perfeziona il saluto.
Un tempo vivevo la mia vita a un quarto di miglio alla volta ed è per questo che eravamo fratelli: perché lo facevi anche tu. Dovunque voi siate non importa se a un quarto di miglio o dall'altra parte del mondo quello che conta nella mia vita saranno sempre le persone che ho davanti, proprio qui, proprio ora. Salute mi familia. Tu sarai sempre con me, e sarai sempre mio fratello.
Un film magnifico. Un addio perfetto.
#ForPaul #SeeYouAgain
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