Andare al cinema a vedere un cartone, può essere uno strazio. Devi combattere con bambini urlanti e genitori maleducati che credono di potersi comportare esattamente come farebbero nel salotto di casa, se non peggio. Eppure non desisto! La Disney merita di essere vista ed apprezzata al cinema. Lo merita ancor di più quando, oltre a un magnifico lavoro di animazione nel lavorativo senso della parola, viene fuori con trame che fanno riflettere. Oggi parliamo, quindi, di Zootropolis.
Eliminiamo per prima la parte delle lodi super meritate al reparto tecnico che mi ha davvero lasciato senza fiato. L'enorme problema che i disegnatori/animatori hanno dovuto affrontare è semplice da spiegare e comprendere: tanti peli! Sì, può sembrare stupido dire così, ma sapete cosa ci vuole per disegnare/modellare/animare un animale in 3D pieno di peli? E se questo animale deve essere quanto più realistico possibile ma allo stesso tempo deve anche essere antropomorfizzato, le cose si complicano notevolmente. Ancora una volta, quindi, il reparto tecnico della Disney ha spaccato i culi a tutti.
Ok, la parte noiosa è andata.
Per quei pochi che non conoscessero cosa è Zootropolis, tutto è ambientato in un futuro in cui gli animali si sono evoluti e civilizzati, abbandonando i loro istinti e coabitando insieme. Tutto ha la sua rappresentazione massima nella città di Zootropolis (in lingua originale la città è Zootopia che richiama la mitica e irrealizzata Utopia di Tommaso Moro e che richiama l'utopia alla base della città), una metropoli piena di vita (la New York degli animali, se così si può azzardare) che è abitata dalle più svariate specie, tanto da essere suddivisa nei vari quartieri che riproducono differenti habitat. Il motto di Zootropolis è che ognuno può essere quello che desidera e Judy Hoops, una coniglietta, è decisa a farlo! Ma per diventare il primo poliziotto coniglio dovrà accettare che le frasi celebri non sempre rispecchiano la realtà.
Ed eccoci al punto.
No, Zootropolis non è il nuovo Inside Out. Qui non è così palese il messaggio che si vuole trasmettere. Credo, infatti, che non tutti quelli che siano stati in sala con me (o con voi) lo abbiano appreso. E forse questa è la controprova che il messaggio è veritiero.
Qual è questo messaggio?
Che in una società che si vanta di essere sempre più aperta, in un mondo in cui facilmente si taccia qualcun altro di poca tolleranza verso il diverso, i pregiudizi esistono e continuano a pesare sulle spalle di chi li subisce.
Judy Hoops, appena diplomata all'Accademia di Polizia, viene messa a fare l'ausiliaria del traffico. Perché? Perché nessuno crede che un coniglio possa essere un vero poliziotto. Dopo tutto, lei è così piccola e tenera! Come potrebbe mai risolvere un caso o arrestare un delinquente. I conigli stanno meglio in campagna a coltivare (e mangiare) carote!
E lei combatte contro questo atteggiamento comune con tutta la forza che ha dentro di sé.
Eppure, lei stessa, che tanto soffre di questa discriminazione, non è esente dal dimostrare pregiudizi.
Ci mette un bel po' a fidarsi di Nick, nonostante lui non faccia mistero di ciò che è. Dopo tutto, non ci si può fidare delle volpi. Nella famosissima scena alla motorizzazione presente anche nel trailer, Nick sottolinea questo suo atteggiamento chiedendogli "vuoi forse dire che un bradipo non può essere veloce?" come a dire "come fai a sostenere che tutti possono diventare tutto ed essere ancora così radicata in certe ideologie?" (che poi i bradipi erano lenti davvero, ok!).
Insomma, Zootropolis è la città dove tutti gli animali vivono insieme e possono inseguire i propri sogni, ma è anche una città che ha comunque un leone come sindaco e un intero corpo di polizia fatto da animali enormi!
La stessa cosa accade nel nostro mondo. Chiunque esprima nel contesto di un civile scambio di opinioni e nel pieno adempimento dell'educazione e del rispetto dell'individuo, un opinione diversa da quella considerata "non-oltraggiosa" su temi caldi (che sia l'aborto, l'omosessualità, gli immigrati o altro) viene subito tacciato di essere bigotto, omofobo. razzista, ignorante, di mente chiusa, retrogado, stronzo, odiatore dell'umanità e causa dei mali del mondo. Eppure quella stessa persona che ti ha riempito di questi insulti, potrebbe essere la stessa che controlla la tasca se una persona di colore gli sta vicino in metropolitana perché sì sa che loro sono quelli che rubano mica gli italiani. Potrebbe essere la stessa persona che quando vede una donna indossare il velo islamico controlla la via di fuga più vicina in caso questa decidesse di farsi saltare in aria perché si sa che gli islamici sono tutti estremisti. Potrebbe essere, meno drasticamente, la stessa persona che, sentendosi rispondere da una donna, chiede se può parlare con uno dei tecnici competenti perché si sa che le donne sono negli uffici solo per smistare le telefonate.
E che apertura mentale sta dimostrando in quel momento?
Sì, qui ci sarebbe da parlare ore ed ore di questo argomento, ma non vorrei diventare una polemica vivente quindi mi fermo sul nascere.
Comunque, anche per chi non volesse cogliere queste sfumature, Zootropolis resta un bel film d'animazione ben godibile sia da adulti che da bambini. La trama poliziesca è sicuramente diversa dalle solite disneyane, un meno elemento-favola e un po' più azione. Inoltre non mancano le scene che strappano un sorriso (o che fanno sbellicare dalle risate ...io alla scena della motorizzazione ho rischiato di cadere dalla sedia).
Ah, e per gli amanti delle citazioni, c'è un bel malloppo da scoprire. Vi dico solo che c'è perfino una citazione di Breaking Bad che mi ha fatto urlare in sala ...sì, lo so che all'inizio mi sono lamentata dei disturbatori, ma Breaking Bad mi giustifica. Punto.
Eliminiamo per prima la parte delle lodi super meritate al reparto tecnico che mi ha davvero lasciato senza fiato. L'enorme problema che i disegnatori/animatori hanno dovuto affrontare è semplice da spiegare e comprendere: tanti peli! Sì, può sembrare stupido dire così, ma sapete cosa ci vuole per disegnare/modellare/animare un animale in 3D pieno di peli? E se questo animale deve essere quanto più realistico possibile ma allo stesso tempo deve anche essere antropomorfizzato, le cose si complicano notevolmente. Ancora una volta, quindi, il reparto tecnico della Disney ha spaccato i culi a tutti.
Ok, la parte noiosa è andata.
Per quei pochi che non conoscessero cosa è Zootropolis, tutto è ambientato in un futuro in cui gli animali si sono evoluti e civilizzati, abbandonando i loro istinti e coabitando insieme. Tutto ha la sua rappresentazione massima nella città di Zootropolis (in lingua originale la città è Zootopia che richiama la mitica e irrealizzata Utopia di Tommaso Moro e che richiama l'utopia alla base della città), una metropoli piena di vita (la New York degli animali, se così si può azzardare) che è abitata dalle più svariate specie, tanto da essere suddivisa nei vari quartieri che riproducono differenti habitat. Il motto di Zootropolis è che ognuno può essere quello che desidera e Judy Hoops, una coniglietta, è decisa a farlo! Ma per diventare il primo poliziotto coniglio dovrà accettare che le frasi celebri non sempre rispecchiano la realtà.
Ed eccoci al punto.
No, Zootropolis non è il nuovo Inside Out. Qui non è così palese il messaggio che si vuole trasmettere. Credo, infatti, che non tutti quelli che siano stati in sala con me (o con voi) lo abbiano appreso. E forse questa è la controprova che il messaggio è veritiero.
Qual è questo messaggio?
Che in una società che si vanta di essere sempre più aperta, in un mondo in cui facilmente si taccia qualcun altro di poca tolleranza verso il diverso, i pregiudizi esistono e continuano a pesare sulle spalle di chi li subisce.
Judy Hoops, appena diplomata all'Accademia di Polizia, viene messa a fare l'ausiliaria del traffico. Perché? Perché nessuno crede che un coniglio possa essere un vero poliziotto. Dopo tutto, lei è così piccola e tenera! Come potrebbe mai risolvere un caso o arrestare un delinquente. I conigli stanno meglio in campagna a coltivare (e mangiare) carote!
E lei combatte contro questo atteggiamento comune con tutta la forza che ha dentro di sé.
Eppure, lei stessa, che tanto soffre di questa discriminazione, non è esente dal dimostrare pregiudizi.
Ci mette un bel po' a fidarsi di Nick, nonostante lui non faccia mistero di ciò che è. Dopo tutto, non ci si può fidare delle volpi. Nella famosissima scena alla motorizzazione presente anche nel trailer, Nick sottolinea questo suo atteggiamento chiedendogli "vuoi forse dire che un bradipo non può essere veloce?" come a dire "come fai a sostenere che tutti possono diventare tutto ed essere ancora così radicata in certe ideologie?" (che poi i bradipi erano lenti davvero, ok!).
Insomma, Zootropolis è la città dove tutti gli animali vivono insieme e possono inseguire i propri sogni, ma è anche una città che ha comunque un leone come sindaco e un intero corpo di polizia fatto da animali enormi!
La stessa cosa accade nel nostro mondo. Chiunque esprima nel contesto di un civile scambio di opinioni e nel pieno adempimento dell'educazione e del rispetto dell'individuo, un opinione diversa da quella considerata "non-oltraggiosa" su temi caldi (che sia l'aborto, l'omosessualità, gli immigrati o altro) viene subito tacciato di essere bigotto, omofobo. razzista, ignorante, di mente chiusa, retrogado, stronzo, odiatore dell'umanità e causa dei mali del mondo. Eppure quella stessa persona che ti ha riempito di questi insulti, potrebbe essere la stessa che controlla la tasca se una persona di colore gli sta vicino in metropolitana perché sì sa che loro sono quelli che rubano mica gli italiani. Potrebbe essere la stessa persona che quando vede una donna indossare il velo islamico controlla la via di fuga più vicina in caso questa decidesse di farsi saltare in aria perché si sa che gli islamici sono tutti estremisti. Potrebbe essere, meno drasticamente, la stessa persona che, sentendosi rispondere da una donna, chiede se può parlare con uno dei tecnici competenti perché si sa che le donne sono negli uffici solo per smistare le telefonate.
E che apertura mentale sta dimostrando in quel momento?
Sì, qui ci sarebbe da parlare ore ed ore di questo argomento, ma non vorrei diventare una polemica vivente quindi mi fermo sul nascere.
Comunque, anche per chi non volesse cogliere queste sfumature, Zootropolis resta un bel film d'animazione ben godibile sia da adulti che da bambini. La trama poliziesca è sicuramente diversa dalle solite disneyane, un meno elemento-favola e un po' più azione. Inoltre non mancano le scene che strappano un sorriso (o che fanno sbellicare dalle risate ...io alla scena della motorizzazione ho rischiato di cadere dalla sedia).
Ah, e per gli amanti delle citazioni, c'è un bel malloppo da scoprire. Vi dico solo che c'è perfino una citazione di Breaking Bad che mi ha fatto urlare in sala ...sì, lo so che all'inizio mi sono lamentata dei disturbatori, ma Breaking Bad mi giustifica. Punto.
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