La vita è una ruota che gira composta da cicli che ricominciano in continuazione. Tutti, in un modo o nell'altro ci aiutano a vivere... o a sopravvivere.
Il mio è chiaro da tempo. Ricevo una coltellata alle spalle, vengo lasciata sola all'improvviso senza un apparente motivo. Giuro di non dare mai più fiducia a nessun essere umano. Conosco una persona, beh dai è simpatica, ma non farò mai più le stesse cazzate, non permetterò più a nessuno di farmi del male. Poi passa il tempo e, quasi quasi, sembra diversa da tutte le altre, sembra volermi bene davvero, mi aprirò appena un po' in più. E poi ancora un po' in più. E poi, sì è diversa, è impossibile che possa mai ferirmi. Apro le porte, abbasso il ponte levatoio, la faccio entrare nel mio cuore. Mi fido, le racconto chi sono, le faccio vedere le mie fragilità. Mi diverto, sono tranquilla, mi sento bene. Finché un drago invisibile non arriva di nuovo a bruciare tutto e mi ritrovo di nuovo sola con un coltello in mezzo alle scapole e neanche uno straccio di motivo tra le mani.
Eccolo, il mio ciclo. Io che inizio e finisco sempre lì, senza niente, solo con ciò che rimane del mio cuore... di me.
“Siamo cresciuti con l'idea che il dolore faccia bene, il dolore fa crescere. Questo è quello che ci insegna la religione, una parte della psicologia, molta filosofia. E nel frattempo noi, quando ci siamo dentro, siamo lì e diciamo ‘boh, forse è anche vero, però alla fine perché cazzo è successo a me?’ E allora domandiamoci perché è sempre difficile trovare una risposta, si trovano sempre risposte provvisorie, però una cosa è certa: che finita quella parte, la parte dolorosa, si può sempre contare, e si può sempre ripartire, da ciò che rimane di noi.”
Il mio è chiaro da tempo. Ricevo una coltellata alle spalle, vengo lasciata sola all'improvviso senza un apparente motivo. Giuro di non dare mai più fiducia a nessun essere umano. Conosco una persona, beh dai è simpatica, ma non farò mai più le stesse cazzate, non permetterò più a nessuno di farmi del male. Poi passa il tempo e, quasi quasi, sembra diversa da tutte le altre, sembra volermi bene davvero, mi aprirò appena un po' in più. E poi ancora un po' in più. E poi, sì è diversa, è impossibile che possa mai ferirmi. Apro le porte, abbasso il ponte levatoio, la faccio entrare nel mio cuore. Mi fido, le racconto chi sono, le faccio vedere le mie fragilità. Mi diverto, sono tranquilla, mi sento bene. Finché un drago invisibile non arriva di nuovo a bruciare tutto e mi ritrovo di nuovo sola con un coltello in mezzo alle scapole e neanche uno straccio di motivo tra le mani.
Eccolo, il mio ciclo. Io che inizio e finisco sempre lì, senza niente, solo con ciò che rimane del mio cuore... di me.
“Siamo cresciuti con l'idea che il dolore faccia bene, il dolore fa crescere. Questo è quello che ci insegna la religione, una parte della psicologia, molta filosofia. E nel frattempo noi, quando ci siamo dentro, siamo lì e diciamo ‘boh, forse è anche vero, però alla fine perché cazzo è successo a me?’ E allora domandiamoci perché è sempre difficile trovare una risposta, si trovano sempre risposte provvisorie, però una cosa è certa: che finita quella parte, la parte dolorosa, si può sempre contare, e si può sempre ripartire, da ciò che rimane di noi.”
- Luciano Ligabue
Cosa c'è e cosa no che ci portiamo via?
Chissà se ciò che senti lo sentirai per sempre.
Cosa va e cosa no in questa fantasia?
E come non é andata? E cosa non è stato?
È un natale molto duro sembra vuoto dentro:
su ogni tuo regalo non c'è scritto niente.
Quando sai com'è l'abisso non sei più lo stesso.
Ti tieni un po' più stretto a chi ti tiene stretto.
Però alla fine di questo dolore
sarà fin troppo alla luce del sole
ciò che rimane di noi,
cosa rimane di noi.
Però alla fine di questo dolore
dovremo sempre comunque contare
su ciò che rimane di noi,
cosa rimane di noi.
Cosa c'è e cosa no che ci fa compagnia?
E si è piazzato dentro e non l'abbiamo scelto.
Cosa va e cosa no in questa lotteria?
A volte paghi molto rispetto alle tue colpe.
È un natale molto duro a luci quasi spente:
su ogni mio regalo non c'è scritto niente.
Quando sai com'è l'abisso non sei più lo stesso.
Sai solo andare avanti per come sei adesso.
Però alla fine di questo dolore
sarà per sempre alla luce del sole
ciò che rimane di noi,
cosa rimane di noi.
Però alla fine di questo dolore
potremo sempre comunque contare
su ciò che rimane di noi,
cosa rimane di noi.
È un natale molto duro quando non lo senti
e sulle luminarie non c'è scritto niente.
Dopo il giro nell'abisso non sei più lo stesso
puoi solo andare avanti con tutto quanto addosso.
Però alla fine di questo dolore
potremmo comunque contare
su ciò che rimane di noi,
cosa rimane di noi.
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